martedì 5 novembre 2019

MTV Europe Music Awards: tutti i vincitori del Best Italian Act dal 1998 ad oggi


Lo storico trofeo rappresentante le vittorie degli Europe Music Awards.

In principio, fu Eros Ramazzotti. Un italiano inserito grazie ai suoi innumerevoli successi in Italia e fuori nella categoria “Miglior artista maschile” a livello europeo insieme a Bryan Adams, Beck, Nick Cave e George Michael, che la spuntò. Eros si esibì anche dal vivo in rappresentanza del nostro Paese con quella Più bella cosa Correva l’anno 1996: a Londra si svolgeva la terza edizione degli MTV Europe Music Awards. Due anni dopo, nel 1998, anno in cui gli EMA si svolsero al Forum di Assago, il premio “MTV Select” (consistente nella scelta da parte dei telespettatori dei cinque nominati per la categoria) venne diviso in regioni europee, con i Five a trionfare per le Isole Britanniche, Eagle Eye Cherry per il Nord Europa, i tedeschi Thomas D e Franka Potente per l’Europa Centrale, mentre per il Sud Europa, che vedeva in gara cinque artisti italiani, i Bluvertigo. Due anni dopo, nel 2000, nacquero le nomination per nazioni europee e quindi anche il Best Italian Act, il premio degli Europe Music Awards dedicato agli artisti italiani. Andiamo a ripercorrere in questo articolo tutti i vincitori della suddetta nomination (compresi i suoi premi “antenati”) dal 1998 a oggi.


1998. Il contesto è quello citato nell’introduzione, e ad aggiudicarsi il premio sono i Bluvertigo. La band collaborava a stretto contatto con la neo-nata MTV Italia/Rete A, il primo grande canale musicale italiano a tenere testa alla più “anziana” concorrente Tmc2 (la fu Videomusic), e queste collaborazioni incrementarono la popolarità del gruppo che veniva dal successo del fortunato album Metallo non metallo. In gara con loro c’erano anche i 99 Posse (disco di platino per l’album Cortocircuito che li consacrò a livello nazionale), e nientemeno che mostri sacri come Articolo 31 (il loro album Nessuno non andò come il predecessore Così com’è, ma di certo non fece malissimo anche grazie al tormentone estivo La fidanzata), Ligabue (che intanto imperversava nelle sale con Radiofreccia) e il superfavorito Vasco Rossi, il quale visse un 1998 coi fiocchi tra i successi dell’album Canzoni per me e dei singoli estratti Io no, L’una per te e Quanti anni hai, le celebrazioni per i 20 anni di carriera, i 120.000 dell’Heineken Jammin’ Festival di Imola e la vittoria del Festivalbar al ritorno nella manifestazione di casa Salvetti dopo undici anni di assenza.


1999. I premi regionali non vengono più assegnati grazie a MTV Select ma vengono integrati all’intera cerimonia e cambiano nome (a parte quello del miglior artista proveniente da Gran Bretagna e Irlanda). Premi regionali che vanno nelle mani di Boyzone (per le Isole Britanniche), Lene Marlin (per il Nord Europa), Xavier Naidoo (per la Germania), mentre per l’Italia il Best Italian Act va ad Elio e le Storie Tese. Anche loro come i Bluvertigo l’anno prima si aggiudicano il premio contro ogni pronostico, considerando chi concorreva con loro in nomination. Gli Elii venivano dalla pubblicazione di un album dal titolo difficile da pronunciare o scrivere (ho dovuto ricorrere al copia e incolla: Craccracriccrecr), anticipato da Discomusic, uno dei tanti tormentoni di quella fantastica estate, nella quale si lanciarono in una memorabile performance al Festivalbar proprio con questo brano (playback nella prima strofa e poi tutti immobili mentre la base continua durante il resto del brano). Un disco ricco di citazioni e ispirazioni a filoni musicali per ogni brano nonché uno dei dischi più sottovalutati di Elio e compagni. Come detto prima, gli Elii si aggiudicarono il Best Italian Act 1999 a sorpresa considerando la concorrenza… volete sapere i nomi? Negrita (quell’anno lanciatisi in grande stile al grande pubblico grazie all’album Reset, nella cui tracklist spiccano due classici come Mama maé e In ogni atomo), Alex Britti (annata da incorniciare per lui con la vittoria delle Nuove Proposte di Sanremo e del premio Rivelazione dell’estate 1999 del Festivalbar), Jovanotti (cinque dischi di platino con l’album Capo Horn, trionfo al Festivalbar dove vince l’edizione col brano Un raggio di sole e si aggiudica anche il Premio Album) e ancora una volta Vasco Rossi, reduce dal successo del Rewind Tour e del doppio CD live con DVD omonimo (trainato dall’omonimo singolo-tormentone) che immortala lo storico concerto di Imola del 20 Giugno 1998 citato un po' di righe sopra, nonostante un’annata difficile dovuta alla morte del suo chitarrista Massimo Riva. E, ultima cosa ma non meno importante: non era in nomination, ma a rappresentare l’Italia sul palco di quell’edizione degli EMA c’era nientemeno che Luciano Ligabue, che per l’occasione presentò il singolo L’odore del sesso, secondo estratto da Miss Mondo ’99, rivelandosi il terzo artista italiano dopo Eros Ramazzotti e Jovanotti ad esibirsi alla cerimonia. Questo la dice lunga sul momento magico che la musica italiana stava vivendo…


2000. E’ l’anno del passaggio dai premi regionali a quelli divisi per nazioni europee, che videro tra i vincitori Westlife (Gran Bretagna e Irlanda), Bomfunk MC’s (Scandinavia), Modjo (Francia) e Guano Apes (Germania). In Italia è la volta di un’altra band, capitanata da un ventottenne Samuel Romano, di cui avremmo sentito molto parlare nel corso degli anni: i Subsonica. Il 1999-2000 per i Sub è stato un biennio da applausi, grazie al successo di quel capolavoro chiamato Microchip Emozionale di cui nelle prossime settimane uscirà nei negozi di dischi un’edizione celebrativa nella quale gli stessi Subsonica duetteranno in nuove versioni di tutte le tracce dell’album (il progetto avrà come titolo Microchip Temporale) con diversi volti di punta della musica italiana attuale come Achille Lauro, Coez e Lo Stato Sociale scomodando anche un nome di peso come quello di Elisa. Il disco venne certificato platino anche grazie al successo di singoli come Colpo di pistola, Liberi tutti (in collaborazione con Daniele Silvestri), Discolabirinto e soprattutto la sanremese Tutti i miei sbagli. Ah, e volete sapere con chi duetteranno i Sub in questi quattro brani nel progetto celebrativo in uscita tra pochi giorni? Nitro, Lo Stato Sociale, Cosmo e Motta. I Subsonica si aggiudicarono la categoria sconfiggendo Carmen Consoli (anche lei a Sanremo quell’anno, tirò fuori quell’anno Stato di necessità, il suo album di maggior successo commerciale con 300.000 copie e 3 dischi di platino all’attivo, con tre hits come In bianco e nero, L’ultimo bacio e Parole di burro), Paola e Chiara (che oltrepassano i confini italiani col tormentone estivo Vamos a bailar, premio Radio al Festivalbar), Piero Pelù (debutto da solista con i fiocchi per lui: triplo platino per l’album Né buoni né cattivi e grande successo per i singoli Io ci sarò, Toro loco e Bomba Boomerang, con gli addetti ai lavori che prevedevano di lì a qualche anno dopo possibili date negli stadi per il rocker toscano) e soprattutto i Lunapop, favoriti della vigilia, il gruppo rivelazione dell’anno, che veniva da un Festivalbar che li vide vincitori con Qualcosa di grande, uno dei tanti successi storici presenti nel loro primo e unico album Squerez, il disco italiano più venduto del 2000 con certificazione di disco di diamante grazie a ben 1,3 milioni di copie vendute.


2001. Tra i più popolari vincitori dei premi nazionali di quell’edizione degli EMA troviamo Manu Chao, Craig David, le t.A.T.u. (che in Italia si faranno conoscere con un anno di ritardo) e i Safri Duo. E per l’Italia? La vincitrice del Best Italian Act 2001 fu Elisa. Il suo 2001 verrà ricordato per la vittoria al Festival di Sanremo con Luce (tramonti a nord est) in una sfida tutta al femminile con Giorgia (Di sole e d’azzurro) e tra due brani che vedono entrambi la firma di Zucchero. Luce centrerà la doppietta vittoria-Premio della Critica e proprio dopo Giorgia ed Elisa diventa la seconda artista per ordine cronologico a poter vantare questo privilegio. Nel periodo degli EMA era invece in rotazione radiofonica Heaven out of hell, primo estratto dall’album Then comes the sun, certificato triplo platino nel 2002. Gli altri concorrenti erano i Marlene Kuntz (oro per l’album Che cosa vedi che vede anche la collaborazione con Skin degli Skunk Anansie), Neffa (che iniziò quell’anno la svolta pop lanciata dal tormentone estivo La mia signorina), i Tiromancino (che bissarono il successo de La descrizione di un attimo con il fortunato singolo Due destini) e Valeria Rossi (una delle regine dell’estate 2001 con quella Tre parole che le valse il Premio Rivelazione del Festivalbar).


2002. Dopo la vittoria del 2000, tocca ancora ai Subsonica, che diventano così il primo nome ad entrare nell’albo d’oro del Best Italian Act per più di una volta e (record in carica ancora oggi) il gruppo ad aver vinto più volte il riconoscimento insieme ai Finley (due vittorie anche per loro). Dopo il successo di Microchip emozionale, a gennaio esce Amorematico, anticipato dal singolo Nuvole rapide e trainato in estate da Nuova ossessione, divenuto uno dei brani più popolari del repertorio della band torinese. Il tour 2002-2003 spopola e i Subsonica si consacrano definitivamente al grande pubblico. I Sub la spuntano sul favorito della vigilia Tiziano Ferro, che si presenta comunque a Barcellona per premiare (insieme alle Las Ketchup) i Red Hot Chili Peppers vincitori della categoria Best Rock (fece molto discutere la scelta di un artista e un gruppo non appartenenti al rock ma al pop per premiare il vincitore di categoria). L’artista latinense, ai tempi 22enne, aveva già raggiunto grande popolarità in tutta Europa con l’album Rosso relativo (triplo platino in Italia, platino in Spagna e Svizzera e oro in Belgio, Francia e Turchia), il primo di una lunga serie di successi e soddisfazioni fino a diventare il top player della musica italiana che è oggi. Aggiungiamoci anche il Premio Rivelazione del Festivalbar 2002 (con le lacrime al momento della premiazione che entreranno di diritto nella storia della kermesse) per coronare un’annata indimenticabile. Presenti nella categoria anche i “nuovi” Articolo 31, quelli del passaggio dall’hip-hop al rap’n’roll di Domani smetto (disco di platino poi nuovamente certificato oro nel 2018 grazie al riazzeramento della FIMI), Francesco Renga (Tracce di te, ottava a Sanremo, e Dove il mondo non c’è più si aggiungono alla lista dei primi successi da solista dell’artista bresciano prima della definitiva consacrazione) e i Planet Funk, che grazie alla collaborazione con Dan Black alla voce continuano a conquistare l’Europa con hits iconiche come Inside all the people, The switch e Who said. Le nomination nazionali quell’anno vedono tra i vincitori anche i Coldplay per la regione britannica.


2003. I Gemelli Diversi avevano già diverse hits all’attivo. Ma il loro biennio d’oro è stato il 2002-2003, quello del grande successo dell’album Fuego (contenente tra le sue tracce Mary, Tu no e Tu corri), certificato doppio platino per le sue 250.000 copie vendute. Tra i singoli citati fu soprattutto Mary, storia di una ragazza che subì violenze sessuali dal padre, a trainare il disco, e il successo fu tale da mantenerlo in rotazione radiofonica fino a estate inoltrata con partecipazione al Festivalbar. I traguardi raggiunti portarono il quartetto milanese ad aggiudicarsi il Best Italian Act 2003 degli Europe Music Awards di Edimburgo. Nomination composta da (compresi i GDV) ben quattro gruppi (gli altri tre sono i Negrita – che uscirono a testa altissima da un Sanremo concluso al 18° posto che riscattarono con le vendite della raccolta Ehi Negrita e col successo del singolo estivo Magnolia – i Tiromancino – loro nella stagione della consacrazione grazie al doppio platino dell’album In continuo movimento, anticipato da Per me è importante – e Le Vibrazioni, vincitori del Premio Rivelazione del Festivalbar 2003 per merito dei successi dell’omonimo album di debutto e dei singoli Dedicato a te e In una notte d’estate, seguiti in autunno da Vieni da me) e una donna, Carmen Consoli, che ripeté il successo del predecessore Stato di necessità con il doppio platino de L’eccezione, contenente tra i brani più noti il singolo omonimo, Pioggia d’aprile e Fiori d’arancio. Per quanto riguarda il resto d’Europa, i premi nazionali andarono tra gli altri ai Darkness (Irlanda e Gran Bretagna), ai Rasmus (Scandinavia) e a Tiesto (Germania).


2004. Gli Europe Music Awards tornano in Italia, a Roma, con due palchi distinti: uno in piazza del Colosseo e l’altro all’Ippodromo delle Capannelle. E, dopo aver sfiorato la vittoria del Best Italian Act due anni prima, Tiziano Ferro si prende la rivincita: il premio stavolta va a lui. 111 lo consacra definitivamente al grande pubblico, con due ballate come Sere nere e Non me lo so spiegare entrate di diritto tra i brani italiani più popolari degli anni 2000. Arriva la certificazione di disco di diamante e la consacrazione anche in America Latina, con il doppio platino in Messico e l’oro in Argentina. Proprio Ferro chiuse la serata in grande stile con la performance di Sere Nere cantata sotto una pioggia di coriandoli, e lui insieme ad Elisa e Carmen Consoli rappresentò l’Italia in quell’edizione romana a livello di performance (le due donne si esibirono invece in un set composto da diversi brani in Piazza del Colosseo). Anche Elisa era in nomination per il Best Italian Act, fresca di pubblicazione dell’album Pearl Days che di lì a poco verrà certificato doppio disco di platino, e con lei gli Articolo 31 che con Italiano medio bissano il successo del predecessore Domani smetto, un Caparezza entrato nelle grazie del grande pubblico con le hits Vengo dalla Luna e Fuori dal tunnel che trascinano l’album Verità supposte in alto nelle classifiche di vendita e i Linea 77, il successo del cui album Numb pubblicato nel 2003 prosegue anche nel 2004. Per quanto riguarda il resto d’Europa, degna di nota la vittoria dei Muse del premio “miglior artista/gruppo proveniente da Gran Bretagna e Irlanda”: per Matt Bellamy e compagni è il secondo premio dell’edizione dopo il Best Alternative Act (per il miglior gruppo o artista alternative rock dell’anno).


2005. Che nomi nella categoria Best Italian Act di quell’anno: Laura Pausini, Giorgia, Francesco Renga, Negrita e Negramaro. Dopo i risultati sottotono del progetto in inglese From the inside, Laura torna in grande stile a fine 2004 con l’album Resta in ascolto, che si avvale di importanti firme come quelle dell’amico Biagio Antonacci, di Vasco Rossi e persino di Madonna. L’album viene certificato quadruplo disco di platino in Italia, doppio platino in Svizzera, platino in USA e Messico e oro in Francia e Spagna, con riconoscimenti come il Grammy al miglior album pop latino nel 2006 e il Latin Grammy per il miglior album pop femminile nel 2005. E, manco a dirlo, il tour registra sold out in tutto il mondo, e al Festivalbar si aggiudica il Premio Tour chiudendo la prima serata finale. Giorgia era in un periodo di crisi personale, in cui addirittura aveva pensato di smettere di cantare per le troppe pressioni all’interno del mondo discografico, ma nonostante tutto il live MTV Unplugged vende 230.000 copie vendute (triplo platino) trainato dall’inedito Infinite volte e dalla cover in duetto con Ricky Fanté di I heard it to the grapevine di Marvin Gaye. La svolta “latina” dei Negrita viene premiata dal grande pubblico, che porta l’album L’uomo sogna di volare alle 100.000 copie vendute, e dalle radio, che in estate trasmettono all’impazzata Rotolando verso sud e in autunno tentano il bis con la tracklist. Per Francesco Renga il 2005 è l’anno della consacrazione dopo un 2004 già particolarmente felice per soddisfazioni a livello musicale e non: Angelo si aggiudica il Festival di Sanremo 2005 contro i pronostici che vedevano papabile vincitore Gigi D’Alessio (lui secondo proprio dietro Renga nella categoria Uomini) e l’album Camere con vista, contenente altri successoni come Ci sarai, Meravigliosa (la luna) e Un’ora in più vola in classifica. Nessuno di loro, però, vinse il premio. Perché a spuntarla fu il gruppo italiano rivelazione dell’anno: i Negramaro. Eliminati subito nella gara delle Nuove Proposte di Sanremo, con il singolo Mentre tutto scorre e l’omonimo album scalano le classifiche di vendita. Con l’album che rimane ai primi posti per tutto il resto dell’anno e anche nel corso del 2006 con 83 settimane di permanenza tra i 50 dischi più venduti in Italia (Estate, Solo 3 minuti e Nuvole e lenzuola gli altri singoli estratti), raggiunge il traguardo del disco di diamante e i salentini vincono il Premio Rivelazione del Festivalbar 2005. Uno dei “Best Italian Act” più meritati di sempre. I Negramaro sono in buona compagnia, perché ad aggiudicarsi i premi nazionali si possono leggere anche i nomi di Rammstein (Germania), Rasmus (Finlandia), Anouk (Olanda) e soprattutto Coldplay (Gran Bretagna e Irlanda), quell’anno vincitori anche del premio per la miglior canzone (Speed of sound).


2006. Claudio Cecchetto colpisce ancora. Dopo aver scoperto diversi talenti negli anni ’90, non perde il fiuto negli anni 2000 e nel 2006 produce insieme a Pierpaolo Peroni con grande successo quattro ragazzi della provincia di Milano, noti come i Finley. MTV inizia a trasmettere i loro video e i loro singoli riscuotono successo. Arriva l’estate 2006, e tutto quello che questi ragazzi iniziano a toccare diventa oro: Diventerai una star e la nuova versione di Dentro alla scatola di Mondo Marcio sbancano le classifiche e si ritagliano un ruolo da protagonisti al Festivalbar pur uscendone senza premi. Arriva il doppio platino per l’album Tutto è possibile e i Finley si consacrano come nuovi idoli delle teenagers italiane, arrivando a vincere il Best Italian Act degli Europe Music Awards 2006. Con loro in nomination Tiziano Ferro (anche stavolta presente alla cerimonia), che sforna un altro album di successo dal titolo Nessuno è solo (tra i pezzi più noti Ed ero contentissimo, Stop! Dimentica e Ti scatterò una foto), Jovanotti per il quale nel 2006 continua il successo del fortunato album Buon sangue uscito l’anno prima, il già citato Mondo Marcio e i Lacuna Coil, che consacrarono il loro successo a livello internazionale (persino negli Stati Uniti) con l’album Karmacode, contenente la cover del brano Enjoy the silence dei Depeche Mode e certificato in Italia come disco d’argento, traguardo più che ottimo considerando che il metal nel nostro Paese è considerato (purtroppo) un genere di nicchia (soprattutto se prodotto da artisti italiani, penalizzati dalla tendenza all’esterofilia di gran parte degli appassionati di metal nostrani). Anouk e The Kooks tra i trionfatori delle nomination nazionali degli EMA 2006, mentre il premio “miglior artista africano” (istituito nel 2005) andò ai Freshlyground.


2007. Fa strano dirlo, visto il nome che porta, ma a sorpresa il Best Italian Act 2007 lo vinse J-Ax, contro i favori dei pronostici che vedevano vincitori i Negramaro o Elisa mai come quell’anno campioni di vendite. Ax, che aveva sempre sfiorato la vittoria del premio come membro degli Articolo 31 in tre distinte occasioni, se lo aggiudica al debutto da solista, e che debutto: Disanapianta viene certificato disco di platino per le 70.000 copie vendute, al di là di ogni previsione, trainato da tre singoli di successo come Ti amo o ti ammazzo, Piccoli per sempre e, in estate, + Stile in collaborazione con i The Styles di Guido Style che a breve diventerà produttore dello “Zio” fino al 2013. Anche i già citati Negramaro ed Elisa come detto prima venivano da un 2007 indimenticabile: i pugliesi pubblicano La Finestra, disco di diamante che aprirà loro le porte dello Stadio San Siro l’anno successivo (e alzi la mano chi non abbia mai sentito almeno una volta anche per errore brani come Parlami d’amore – l’ultimo brano vincitore del Festivalbar di sempre – L’immenso, Cade la pioggia – in duetto con Jovanotti – o Via le mani dagli occhi?), mentre la cantautrice friulana pubblica la fortunata raccolta Soundtrack ’96-’06, il suo maggior successo commerciale con 600.000 copie e un disco di diamante all’attivo (e da novembre 2006 a metà marzo 2007 non è mai scesa dalle prime due posizioni della classifica di vendite!), con quattro inediti uno più popolare dell’altro (Gli ostacoli del cuore in duetto con Ligabue che ne è autore, Eppure sentire, Stay e Qualcosa che non c’è), e a chiudere un bel Premio Speciale al Festivalbar 2007 (primo e unico premio nella kermesse estiva per Elisa in carriera). In nomination anche gli Zero Assoluto, freschi di platino con l’album Appena prima di partire, e Irene Grandi, anche lei nei negozi di dischi con una raccolta di successo, Irenegrandi.hits, arrivato al platino grazie alla riuscita cover di Mina in Sono come tu mi vuoi e soprattutto grazie al tormentone estivo Bruci la città, premiato al Festivalbar come brano più trasmesso dalle radio dell’estate 2007. Le nomination nazionali-regionali di quell’edizione degli EMA vanno tra gli altri anche ai Muse per le Isole Britanniche, a Sasha per la Germania (che ospitava l’edizione) e gli Within Temptation per il Benelux.


2008. Secondo tentativo, seconda vittoria. I Finley, con la vittoria del Best Italian Act 2008, si piazzano in testa a pari merito con i Subsonica nella classifica del premio e ancora oggi detengono il record di band ad aver vinto il riconoscimento più volte sempre in coabitazione con i torinesi (il record generale verrà superato qualche anno dopo, ma di questo si parlerà più tardi nel corso dell’articolo). Il successo dell’album Adrenalina, pubblicato l’anno prima, continua con la partecipazione a Sanremo, che li vede quinti classificati con il brano Ricordi, inserito nella riedizione Adrenalina 2. Altro giro, altro platino. Oggi i Finley sono tra i più apprezzati conduttori radio del panorama italiano, con grandi ascolti per le loro trasmissioni su Radio Kiss Kiss prima e Radio 101 poi. In nomination quell’anno anche Fabri Fibra (platino per l’album Bugiardo, di cui In Italia è il brano più noto anche grazie alla versione cantata in duetto con Gianna Nannini), i Baustelle (platino per Amen), Marracash (oro per l’album omonimo di debutto, trainato dal tormentone estivo Badabum cha cha) e i Sonohra vincitori delle Nuove Proposte di Sanremo 2008. Premi nazionali-regionali anche per Leona Lewis (regione britannica) e i Nightwish (Finlandia).


2009. Forse la vittoria di un Best Italian Act più clamorosa di sempre. In gara Tiziano Ferro (alla sua quarta nomination in carriera e stavolta dopo il suo primo concerto all’Olimpico e poco prima di ottenere la palma di album più venduto in Italia dell’anno con Alla mia età), Giusy Ferreri (rivelazione del 2008-09 e una delle pioniere dell’invasione talent del periodo, con Gaetana disco di diamante in Italia e platino in Grecia), J-Ax (i due album Rap’n’Roll e DecaDance eguagliano il successo del loro predecessore Disanapianta e si guadagnano un platino a testa) e gli Zero Assoluto (Sotto una pioggia di parole è il loro ultimo album a portarsi a casa una certificazione, quella di disco d’oro, e Per dimenticare entrerà nei loro tre brani più noti insieme a Svegliarsi la mattina e Semplicemente divenendo uno dei tormentoni dell’estate 2009). Qualcuno dirà: manca qualcuno. E quel qualcuno è proprio il gruppo vincitore: a grandissima sorpresa vincono i Lost, idoli delle teenager del periodo. Dopo il successo dell’album di debutto XD, la band vicentina ne bissa i risultati certificando oro il secondo album Sospeso. I volti più noti tra i vincitori delle nomination estere sono principalmente one hit wonder almeno qui in Italia, come la svedese Agnes e la britannica Pixie Lott (qui in Italia note per le loro hits estive Release me e Mama do).


2010. Siamo in piena “era talent” e per la prima volta il vincitore di un talent show nonché un reduce da un talent show si aggiudica il Best Italian Act degli Europe Music Awards: and the winner is Marco Mengoni. Dopo la vittoria ad X-Factor a fine 2009, a 22 anni l’artista viterbese non sfigura a Sanremo, classificandosi terzo con Credimi ancora, da molti considerato il brano vincitore morale dell’edizione per via della discussa vittoria di Valerio Scanu e soprattutto del secondo posto del trio Emanuele Filiberto-Pupo-Luca Canonici. Dopo il platino dell’EP di debutto Dove si vola, l’album post-Sanremo Re matto viene certificato triplo platino: è l’inizio di una carriera ricca di successi per il ragazzo. E le soddisfazioni non finiscono qui: perché oltre al Best Italian Act, Mengoni viene eletto miglior artista europeo dell’anno durante la cerimonia. E’ nata una stella. Marco sbaraglia la concorrenza di ben altri tre reduci da Sanremo: Malika Ayane, i Sonohra e Nina Zilli. Concludono la nomination i Dari, in uno dei pochi casi di inserimento in nomination nonostante un flop di vendite. Oltre a Mengoni, tanti i volti noti vincitori dei premi regionali-nazionali degli EMA 2010: possiamo trovare infatti la romena Inna (seconda vittoria di fila per lei), il dj serbo Gramophonedzie (Why don’t you è stato uno dei tormentoni dell’estate 2010 e ancora oggi in molte radio va forte), i gallesi Marina and The Diamonds, l’olandese Caro Emerald (in stato di grazia a inizio decennio, con all’attivo hits come Back it up, A night like this e Stuck) e soprattutto Enrique Iglesias.


2011. Correva l’anno 2010. Dopo una lunga gavetta, i Modà trovano il supporto delle radio nazionali più ascoltate (grazie al progetto Ultrasuoni che coinvolgeva RTL 102.5, RDS e Radio Italia) e Sono già solo è uno dei brani più trasmessi radiofonicamente parlando dell’estate 2010. Kekko Silvestre e compagni fanno il bis in autunno con La notte. Due pezzi che anticipano l’uscita di un album intitolato Viva i romantici pubblicato a ridosso di Sanremo, perché la band debutta nella categoria Big all’Ariston con il brano Arriverà in duetto con la vincitrice di Amici Emma Marrone. Il brano arriva secondo dietro un capolavoro come Chiamami ancora amore di Roberto Vecchioni, volerà in vetta alle classifiche e trascinerà ai primi posti anche il suddetto album dei Modà. Che a fine anno porteranno a casa un secondo posto nella graduatoria dei dischi più venduti del 2011 dietro un certo Vasco Rossi. E, dopo un singolo di successo dietro l’altro, arriva anche il riconoscimento del Best Italian Act. Sconfiggendo un mostro sacro come Jovanotti che dall’album Ora estrae anche lui una hit dopo l’altra (Tutto l’amore che ho, Le tasche piene di sassi, Il più grande spettacolo dopo il big bang e La notte dei desideri), i Negramaro che portano a casa quattro platini con Casa 69, Fabri Fibra e il grande successo dell’album Controcultura che gli regala il successo di massa (triplo platino arrivato anche grazie a singoli come Vip in trip e il tormentone invernale Tranne te) e, per quanto riguarda le quote rock, i Verdena. All’estero, si aggiudicano i premi regionali Adele (regione britannica), l’ex Rasmus Lauri Ylonen (Finlandia), gli Swedish House Mafia (Svezia) e Alexandra Stan (Romania), citando solo i volti più conosciuti nel nostro Paese.


2012. E’ l’anno del nuovo boom del pop rap italiano, con MTV a fare tra i principali promotori dell’exploit. Tra gli artefici del boom c’è Emis Killa: proprio lui si aggiudica il Best Italian Act degli Europe Music Awards. Platino con l’album L’erba cattiva, in esso è contenuto il brano che ha lanciato il rapper milanese, ossia Parole di ghiaccio, entrato a marzo in rotazione radiofonica e rimasto in programmazione fino a estate inoltrata. Killa vinse su altri colleghi di genere come Marracash e i Club Dogo (quell’anno protagonisti dell’estate con il singolo PES) e persino su volti storici della musica italiana come Giorgia e Cesare Cremonini, entrambi commercialmente rinati dopo un periodo di popolarità in calo ed entrambi con all’attivo i brani italiani più trasmessi dalle radio dell’anno (Tu mi porti su e Il comico). Per le altre nazioni europee, i nomi più conosciuti nel nostro Paese – anche grazie a una sola canzone – della lista dei premiati per nazione sono One Direction (UK/Irlanda), Afrojack (Olanda), Milow (Belgio), Shaka Ponk (Francia) e DJ Antoine (Svizzera).


2013. Voglioso di rivincita dopo il terzo posto del 2010, Marco Mengoni torna a Sanremo in grande stile con una ballad che ha le carte in regola per conquistare il grande pubblico: L’essenziale. Le promesse vengono mantenute: il brano vince il Festival, si piazza bene anche all’Eurovision Song Contest e diventa uno dei brani pop italiani più popolari degli anni 2010. Trainando l’album Pronto a correre al triplo disco di platino e portando il relativo tour a diversi sold out nei palazzetti italiani. Va alla grande in estate anche la tracklist, che vede tra gli autori Mark Owen dei Take That ed Ermal Meta. Risultati che fanno sì che Marco sia il primo artista solista a vincere per più di una volta il Best Italian Act agli Europe Music Awards di MTV, eguagliando nella classifica generale del premio Subsonica e Finley. Sconfitta in nomination anche un’altra ex talent che ha fatto del 2013 un anno fortunato (Emma Marrone, che certifica triplo platino l’album Schiena), due esponenti di grido del rap come Fedez e Salmo e un Max Pezzali in periodo di celebrazioni per i 20 anni di carriera, festeggiati degnamente con il successo della raccolta Max 20 e del singolo di lancio L’universo tranne noi. Fu inoltre il primo anno in cui le nomination regionali non vengono più assegnate solo a livello europeo con divisione per il resto del mondo ma a livello mondiale, con Avicii, One Direction, Miley Cyrus, Lorde e Stromae tra i premiati.


2014. Non accadeva dal 2001, anno della premiazione di Elisa, che una donna vincesse il Best Italian Act degli Europe Music Awards, per tredici anni ad appannaggio maschile: la striscia negativa femminile viene interrotta da Alessandra Amoroso. Che diventa la prima ex Amici nonché la seconda ex talent a vincere il premio. La Amoroso veniva da un album prodotto tra gli altri da un veterano degli EMA, Tiziano Ferro, intitolato Amore puro che vende 100.000 copie ottenendo un doppio disco di platino. La Amoroso non era però la sola donna in nomination perché in lizza per il premio c’era anche Giorgia (doppio platino anche per lei con l’album Senza paura, accompagnato da successi quali Quando una stella muore, I will pray – in collaborazione con Alicia Keys – Non mi ami e Io fra tanti). Ben rappresentato anche il rap, con tre nominati: Emis Killa (che firma la colonna sonora delle partite del Mondiale trasmesse da Sky, Maracanà) e i Club Dogo per il pop-rap, e Caparezza (dieci anni dopo la prima nomination agli EMA) per il conscious rap (platino per il concept album a tema arte Museica). 5 Seconds of Summer, Enrique Iglesias, Lorde, Justin Bieber e ancora una volta One Direction tra gli altri vincitori delle nomination nazionali di tutto il mondo.


2015. A Milano ha luogo l’EXPO e nel capoluogo lombardo si fanno le cose in grande: gli Europe Music Awards tornano in Italia dopo 11 anni e tornano al Forum di Assago dopo 17 anni. E dopo 11 anni un artista italiano torna ad esibirsi durante la cerimonia: si tratta di Andrea Bocelli che esegue diversi brani in lingua inglese insieme a Tori Kelly. E quanto al Best Italian Act? Proprio nell’anno del ritorno in Italia della manifestazione Marco Mengoni entra nella storia dei premi aggiudicandosi il premio per la terza volta in carriera e battendo il record di artista ad aver vinto più volte il premio, sorpassando Subsonica e Finley. E lo fa in un anno in cui pubblica due album entrambi fortunati: uno a gennaio, intitolato Parole in circolo, triplo platino e contenente tre hits del calibro di Guerriero, Esseri umani e Io ti aspetto, e uno a fine anno, dal titolo Le cose che non ho, anticipato da Ti ho voluto bene veramente e che ha superato i risultati di vendita del predecessore (quattro platini). Mengoni, come nel 2010, vincerà anche il Best European Act. Sconfitti altri concorrenti di grido (in una categoria tutta al maschile) come Tiziano Ferro, reduce dal primo tour negli stadi in carriera e dal successo del suo primo Best Of, un Fedez consacratosi al grande pubblico con il quadruplo platino Pop-Hoolista, l’allora amico e socio J-Ax tornato ai livelli di popolarità dei tempi degli Articolo 31 con l’album Il bello d’esser brutti (contenente il tormentone estivo Maria Salvador che più di tutte le altre tracce del disco lo ha trascinato al triplo platino) e il gruppo rivelazione dell’anno dei The Kolors, in vetta alle classifiche per tutta l’estate con l’album Out dopo la vittoria ad Amici. Per le nomination relative al resto del mondo, vincono ancora 5 Seconds of Summer e Justin Bieber, e insieme a loro tra gli altri Lukas Graham e Taylor Swift.


2016. Tornano a trionfare i teen idol nella categoria Best Italian Act degli Europe Music Awards: il premio va infatti a Benji e Fede al debutto nella manifestazione. I due modenesi venivano dal successo dell’album 20:05 che in quell’esatto momento stavano bissando con 0+ (rispettivamente platino e doppio platino). La vittoria arrivò un po' a sorpresa visto che a differenza di altri concorrenti non avevano ancora la hit radiofonica che li consacrasse alla massa nonostante il successo nella categoria album e sul web, ma anche il successo radiofonico non tarderà ad arrivare e da quel momento ogni loro singolo entrerà nella Top 20 della classifica dei brani più trasmessi nelle radio. In categoria con loro anche Emma (doppio platino per Adesso), Alessandra Amoroso (triplo platino per Vivere a colori, album più venduto in Italia nella prima metà del 2016), Francesca Michielin (secondo posto al Festival di Sanremo e partecipazione all’Eurovision Song Contest) e Salmo (doppio platino per Hellvisback). Pochi i volti noti in Italia a vincere le altre nomination nazionali, e tra questi abbiamo Shawn Mendes, Ariana Grande, Zara Larsson e Alan Walker.


2017. Tutta al maschile la categoria Best Italian Act 2017. Sesta nomination in carriera per Tiziano Ferro, in un altro anno alle prese con gli stadi, ma stavolta per supportare un album di inediti (Il mestiere della vita, cinque volte disco di platino). Torna in lizza anche un Fabri Fibra in grande spolvero e rilanciatosi dopo il flop di vendite di Squallor (Fenomeno riceve il doppio disco di platino e singoli come Pamplona e Stavo pensando a te scalano le classifiche di vendite e passaggi radiofonici, con il primo che si aggiudica il Wind Summer Festival). Uno dei pezzi citati, Pamplona, vede la collaborazione di un gruppo anch’esso in gara per il premio, i Thegiornalisti: il successo dell’album Completamente sold out e del singolo estivo non contenuto in esso Riccione rendono Tommaso Paradiso e compagni il gruppo rivelazione dell’annata, dando il là all’affermazione di massa dell’it-pop. Infine, due reduci da un Festival di Sanremo ricco di successi: Francesco Gabbani ed Ermal Meta. Il primo ne esce da vincitore diventando il primo artista a vincere nella categoria Big dopo essersi imposto l’anno prima nelle Nuove Proposte, con Occidentali’s karma che scala le classifiche di tutta Europa e riporta in testa alle classifiche dei libri più venduti in Italia saggi che hanno ispirato la composizione del pezzo, e Tra le granite e le granate che vince il primo Power Hits Estate, da RTL 102.5 considerato il nuovo Festivalbar. Il secondo invece all’Ariston arriva terzo con il brano Vietato morire (che si aggiudicherà il Premio della Critica) che fa decollare in positivo la sua carriera: l’omonimo album debutta al primo posto della classifica degli album più venduti in Italia, ottiene il disco di platino e porta l’italo-albanese a imporsi in una categoria Best Italian Act tra le più equilibrate delle edizioni degli EMA degli anni 2010. Nelle categorie nazionali del resto del mondo Shawn Mendes, Alan Walker e Zara Larsson bissano i loro trionfi dell’anno prima e a sorpresa in Spagna si aggiudica il premio Miguel Bosé, che ha dimostrato di non essere mai passato di moda ed essere uno degli artisti più amati da gente di tutte le età in Patria.


2018. Annalisa è la terza donna a vincere il premio Best Italian Act agli Europe Music Awards (la seconda ex Amici e la terza ex talent), e lo fa dopo una stagione più che fortunata per lei, con l’album Bye bye che diventa il suo maggior successo commerciale insieme all’album di debutto Nali, contenente quattro pezzi come Direzione la vita, Bye bye, Un domani e la medaglia di bronzo di Sanremo Il mondo prima di te che possono già considerarsi dei cavalli di battaglia della cantautrice ligure. Nali si è imposta nella categoria su Calcutta, che nel corso dell’annata ha tenuto due trionfali concerti allo Stadio Francioni della sua Latina e all’Arena di Verona, Ghali, a fine anno in tour nei palazzetti dopo il grande successo del singolo Cara Italia, Shade, forte soprattutto sul web con il singolo Irraggiungibile in coppia con Federica Carta, e Liberato, che ha fatto parlare di sé per il suo live a sorpresa sul Lungomare di Napoli il 9 Maggio 2018 senza ancora svelare la sua identità. Nomination nazionali: per il Canada trionfa ancora Shawn Mendes e per la Norvegia ancora Alan Walker, mentre nella lunga lista troviamo tra gli altri anche Camila Cabello (miglior artista statunitense).


2019. Arriviamo ai giorni nostri. Il Best Italian Act compie vent’anni, e l’edizione del ventennale del premio se la aggiudica Mahmood, fresco di successo non solo italiano ma europeo. Un successo che vede tra i tanti riconoscimenti la vittoria a Sanremo con il brano Soldi e il successivo secondo posto all’Eurovision Song Contest. Non accadeva da otto anni che l’Italia si piazzasse così in alto all’ESC e non succedeva da sei anni che un vincitore di Sanremo si aggiudicasse nello stesso anno della vittoria il Best Italian Act. Mahmood si aggiudica il premio contro la concorrenza di un Salmo proiettato al suo primo concerto a San Siro previsto per l’estate 2020, di un Coez che continua a macinare successi nei palazzetti e certifica oro un album (E’ sempre bello) ricco di hits, di una Elodie regina dell’estate 2019 con ben tre pezzi (Pensare male insieme ai The Kolors, Margarita insieme a Marracash e Friday night di Burak Yeter a cui ha prestato la voce) e di una Elettra Lamborghini che, dopo l’esposizione mediatica arrivata dal ruolo di giudice a The Voice, sembra proiettata al Festival di Sanremo 2020. Degna di nota l’assegnazione postuma del premio Best Swedish Act ad Avicii come premio alla sua carriera musicale e al grande successo dell’album di inediti postumo Tim.