Sesta intervista ufficiale per il nostro blog di Operazione Nostalgia
Musicale! Abbiamo già intervistato questo artista nella Quindicesima Puntata
del 23 Maggio 2019. Lui è il leader di un gruppo vocale romano, i Baraonna, che
ha partecipato a Sanremo nelle Nuove Proposte nel 1994 vincendo anche il Premio
della Critica di categoria e collaborato con diversi artisti italiani storici, tra
i quali Claudio Baglioni, Renato Zero, Mango e Riccardo Cocciante. Grande
successo di pubblico e critica hanno riscosso anche i loro spettacoli teatrali.
E’ da un mese uscito il nuovo album dei Baraonna intitolato “Quattro”, e lui ci
ha raccontato alcuni dettagli sul nuovo progetto in quest’intervista. Lui è
Vito Caporale!
Ciao Vito! Innanzitutto, ho saputo dell’uscita
del nuovo album dei Baraonna. Parlacene!
Questo è un disco che si intitola “Quattro”
per vari motivi. “Quattro” perché è il quarto disco con inediti dei Baraonna.
Poi d’altra parte noi siamo quattro e c’è anche da dire che all’interno del CD
c’è un brano che dà il nome all’album che si intitola “Quattro”, che è la declinazione
del numero 4 in tutte le varie possibilità. Il disco è composto da dieci
tracce, ci sono 7 inediti che abbiamo scritto ad hoc per questo lavoro, poi c’è
il nostro brano sanremese “I giardini d’Alhambra” e poi ci sono due cover, un
omaggio a Tosca con “Il terzo fuochista” e a Mia Martini e il grande Franco
Califano con “Minuetto”. Abbiamo fatto due versioni molto intime, pianoforte e
voci riarrangiate un po' alla nostra maniera. Quanto a “I giardini d’Alhambra”,
brano che ci ha dato tante soddisfazioni facendoci vincere il Premio della
Critica nelle Nuove Proposte, lo abbiamo voluto rifare in una versione nuova, più
“rinfrescata”, senza interventi orchestrali, una cosa pensata per un quintetto
che ha suonato tutto il disco: Pippo Matino al basso elettrico, Alessandro Tomei
al sax e flauto, Andy Bartolucci alla batteria e percussioni, e Marco Sinopoli
alle chitarre. Poi io al piano e i Baraonna alle quattro voci. Ti ho fatto
tutti gli ingredienti di questo disco! Abbiamo messo tanto cuore, tanta voglia
di fare, tanto divertimento e tanta gioia. Purtroppo è uscito in un momento
particolare della nostra vita, in piena quarantena, è uscito infatti il 15 di
marzo, prodotto dalla Velut Luna, casa discografica veneta, sempre attenta a
quelle cose un po' particolari a livello di linea editoriale. Non lavora sul
commerciale ma predilige quei progetti considerabili un po' innovativi rispetto
ai prodotti lanciati solitamente sul mercato attuale.
Avete quindi dato un motivo in più per
restare a casa ad ascoltarvi ai vostri ascoltatori e ammiratori!
Infatti ci stanno arrivando tanti bei
messaggi, tanti feedback positivi da parte di chi ci sta ascoltando! Quindi
invito tutti quelli che sentono questa trasmissione ad andarlo a cercare, sta
su tutti i web stores ed è già in distribuzione.
Tra le varie collaborazioni fatte dai
Baraonna, quale è quella che per te ha significato di più?
Abbiamo fatto tante collaborazioni in
carriera, come chi ci segue sa: abbiamo collaborato con Baglioni, Renato Zero,
Cocciante… ma se devo sceglierne una in particolare, sicuramente quella con
Claudio Baglioni. Con Claudio Baglioni perché con Claudio non si tratta di un
evento occasionale, una partecipazione a un disco, ma abbiamo fatto tantissime
cose. Quindi è nata una collaborazione che è durata negli anni. Abbiamo fatto
tante volte “O’Scia” che è un festival che lui organizza a Lampedusa, così come
“Su’ siti”. Abbiamo collaborato nel disco “Crescendo e cercando” partecipando
anche al videoclip ufficiale girato al un’esperienza particolare. Poi abbiamo
con lui aperto un concerto in Piazza Duomo a Milano a fine 2004 davanti a
500.000 persone, praticamente tutta la Lombardia! Siamo rimasti poi con lui nel
suo concerto facendo tutti i brani di Baglioni insieme, poi la raccolta QPGA
dove ci sono tanti ospiti e con lui abbiamo collaborato nel brano “Se guardi su”.
Al tour per i suoi 40 anni di carriera abbiamo riproposto “Reginella” che tra l’altro
fa parte anche del nostro terzo disco. C’è insomma un legame molto forte con
Baglioni. Scelgo quindi lui per la sua natura a 360 gradi, quella
collaborazione ci ha segnato moltissimo (nel senso positivo del termine). Con
Claudio inoltre ci sentiamo sempre, ci dà consigli, proposte, idee… è un amico.
Lui poi ha partecipato da spettatore ad alcuni nostri spettacoli, ad esempio
alcuni spettacoli al Sistina con Pino Insegno. Ricordo che curavamo la parte
musicale noi e lui era entusiasta del nostro lavoro, e voleva addirittura fare
un disco con la Bag Music contenente le soundtrack del nostro spettacolo
teatrale, una proposta partita da lui. Poi non l’abbiamo realizzata perché
distratti da mille altre cose e progetti in contemporanea. Questo per dirti
quanto lui sia attento anche a cose degli altri, è davvero una persona
generosa. Anche agli altri festival da lui organizzati dava spazio anche agli
altri artisti, agli ospiti, e così non a caso c’è stata la sua trasformazione
in direttore artistico del Festival di Sanremo… Essere anfitrione, padrone di
casa delle sue manifestazioni musicali, è nella sua natura.
Quale tra i brani inediti del nuovo
album “Quattro” (esclusa “I giardini d’Alhambra”) e quale tra le due cover
presenti nel disco vi rappresenta di più?
E’ difficile dirlo. E’ un lavoro di èquipe,
non ci sono solo brani miei ma anche di mio fratello Delio Caporale, anche
Daphne Nisi ha scritto delle cose, ad esempio un brano in inglese, “Find me”.
Ci sono nature diverse nel modo di scrivere perché in un progetto come il
nostro dove tutti si sentono parte creativa debba un po' rappresentare le varie
anime. Non c’è una linea unica, per cui non saprei scegliere. Forse “Quattro”
ha una valenza in più, perché parla anche un po' di noi. A un certo punto
infatti dice “quattro siamo noi”, quindi parliamo un po' dei Baraonna in quel
momento. Un po' autoriflessivo come pezzo. E poi è un brano sul quale stiamo
lavorando per fare un video divertente che sarà, appena usciamo dalla
quarantena, il nostro prossimo progetto, diciamo (anche se l’home video già
esiste ed è presente su YouTube). Quindi forse “Quattro”.
Per quanto riguarda l’attività teatrale,
in questo periodo di pausa a causa della pandemia da Covid 19, nonostante tutto
il teatro non si sta fermando attraverso modalità come gli spettacoli da casa,
con applicazioni utilizzate generalmente per webinar e videoconferenze. Cosa
consiglieresti ad un giovane nell’avvicinarsi al mondo del teatro?
Guarda, ti rispondo con un po' di
conflitto di interessi, nel senso che io sono il direttore di un’accademia di
teatro che si chiama Teatron Accademia Professionisti Spettacolo. In generale
posso però dire che studiare potrebbe essere una grande opzione, una grande
possibilità, perché poi molti dicono “oggi si va avanti per conoscenze, per
amicizia, per appoggi politici, raccomandazioni”. Sì, tutto vero, ma se uno
studia se la gioca con le sue carte, cerca di fare il massimo che può fare in
maniera pulita. Lo studio significa rafforzare sé stessi e giocarsela, a
prescindere dalla politica dello spettacolo. Per cui una cosa che posso
consigliare a un giovane è di studiare, costruire se stesso in maniera più
solida, più ampia, capendo che fare spettacolo significa anche essere degli
operatori culturali, quindi essere persone che conoscono la storia dello
spettacolo, del teatro, della musica. E aver visto delle cose, perché come
ampiamente detto noi siamo dei nani sulle spalle di giganti. Nel senso che
siamo più in alto degli altri perché al di sotto di noi abbiamo dei giganti: se
noi non conosciamo la nostra storia, il nostro passato, è difficile che
riusciamo a dire qualcosa di diverso, qualcosa di più. Per cui seguite i corsi
Teatron, lo dico a viso aperto: è una scuola seria, che non regala sogni, che
non cerca scorciatoie, si studia dizione, recitazione, regia, danza, canto. Si
dà forza a 360 gradi sulla figura del performer che ha bisogno di basi solide
per fare questo mestiere. Quindi questo è il mio consiglio: studiate e
divertitevi. Anche perché il momento della giovinezza, quando si costruisce
questa fase per la nostra formazione, è il momento più felice della nostra
vita, te lo dico dall’alto della mia età, ricordo i periodi di studio, della
mia università, come un’epopea della mia giovinezza.
Progetti futuri?
Noi abbiamo intenzione di riprendere
quello che abbiamo dovuto interrompere, cioè la promozione di questo disco che
è fatta da tanto live, tante serate in giro per tutta Europa, perché noi amiamo
portare la musica in giro per tutta l’Europa. Negli ultimi anni abbiamo
lavorato a New York, tantissimo in Francia, a Dubai, per cui siamo in una
visione della musica non italo-centrica, per noi un linguaggio che va al di là
delle singole culture, interculturale. Per cui speriamo di poterli realizzare,
li abbiamo già programmati, bisogna vedere quando si fermerà questa emergenza e
quando si potrà tornare alla normalità e portare la nostra musica e il nostro
progetto discografico ovunque sia possibile farlo. Sentiamo molto forte la
mancanza dello spettacolo, prima ci sembrava tutto ovvio, scontato, adesso
apprezzeremo ancor di più il fare spettacolo.
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